Innsbruck 2018, Bettini: “Finalmente un’occasione per gli scalatori”

A meno di 24 ore dal via del Mondiale di Innsbruck 2018, sono in tanti a svelare le proprie impressioni su percorso e favoriti. Tra questi non poteva mancare chi del mondiale ha fatto uno dei terreni di caccia preferiti, Paolo Bettini, vincitore della maglia arcobaleno nel 2006 a Salisburgo e nel 2007 a Stoccarda. Per quattro stagioni è anche stato CT della Nazionale italiana, senza tuttavia riuscire a lasciare il segno, con zero medaglie conquistate nelle quattro edizioni nelle quali era seduto in ammiraglia italiana.

L’ex corridore della Quick-Step ha analizzato il percorso e la sua durezza, con gli scalatori che torneranno protagonisti: “È un Mondiale veramente impegnativo e difficile anche da gestire – ha spiegato Bettini – Facendo un conto molto veloce come facevo sempre io quando valutavo i percorso, circa otto chilometri più o meno di salita a giro in totale si sfiorano i 60 chilometri in salita solo nel circuito. Finalmente è difficile, perché è giusto, dopo aver dato possibilità agli uomini veloci, dare una possibilità anche agli scalatori. Vincerà chi sarà in grado di gestire meglio gli sforzi”

Se lo strappo finale sembra essere lo snodo chiave della corsa, il Grillo non si fida neanche della discesa successiva: “Quando sono venuto qualche mese fa a visionare questo tratto, ragionando poi a casa, tutti concordano sul fatto che la salita è molto dura e andrà gestita bene, la discesa sarà un’incognita – ha continuato – Una cosa è ripetere più volte lo stesso percorso e una cosa è invece farla una volta sola e giocarsi il mondiale. Arrivare in cima alla salita davanti e sbagliare la discesa vuol dire buttare via il mondiale“.

Il campione olimpico ha poi fatto una rassegna su quelli che saranno gli uomini da tenere maggiormente sott’occhio, concordando con coloro che pongono Julian Alaphilippe come grande favorito. “Arriviamo a un mondiale diverso anche come logiche di questione. Vanno forti gli scalatori, quindi troveremo alcune nazionali molto forti come la Francia che ha Thibaut Pinot e Romain Bardet, ma anche Alaphilippe, che non farà di certo il gioco degli altri due e che secondo me è uno dei grandi favoriti. Tom Dumoulin può fare molto bene. Per Alejandro Valverde è l’ultima opportunità di vincere un mondiale, lui che è scalatore non puro come gli altri ma sa leggere le gare di un giorno e può fare la differenza. È salito sul podio con me non lontano da qua a Salisburgo 2006 e si meriterebbe davvero quella medaglia, come premio a una carriera fantastica. Per quanto riguarda l’Austria, non li conosco bene ma quando si corre in casa si tirano fuori energie che non si sa nemmeno di avere. Dovranno però stare attenti a non voler esagerare e di spendere troppe energie. Ci sono grandi attese ma non sono loro il faro della gara, potranno sfruttare il lavoro degli altri. In sette ore di gara difficilmente si può sapere cosa succederà. Per Peter Sagan il percorso è troppo impegnativo, ma se dovesse vincere è perché gli scalatori non si saranno mossi”.

Nell’ultimo mondiale in terra austriaca, nel 2006, Bettini si aggiudicò la maglia arcobaleno nella volata di Salisburgo. Stavolta il percorso è completamente diverso, ma la speranza è quella di poter vedere nuovamente un azzurro a braccia alzate, 12 anni dopo. “Valuterei innanzitutto la condizione dei ragazzi e gli direi: state tranquilli, aspettate gli ultimi tre giri e divertitevi. Chi avrà gambe potrà fare quello che vuole. C’è comunque grande attesa per l’Italia, ma arriviamo con un Vincenzo Nibali che ha avuto un avvicinamento strano con la Vuelta, si è gestito mettendo nelle gambe tanti chilometri – ha continuato ancora Bettini – Vedremo in gara come sta. Gianni Moscon è andato forte da quando è tornato a correre, vincendo con autorità. Anche l’anno scorso ha rischiato insieme ad Alaphilippe di arrivare in fondo a un mondiale per velocisti. Sarebbe stato un percorso impegnativo anche per me, sarei dovuto arrivare qui con la forma delle Olimipiadi 2004, che mi avrebbe permesso di difendermi da uomini più tosti in salita e di rimanere a ruota per giocarmi l’arrivo in volata.”.

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